01- La creatività complessa



L'evoluzione creativa


Seguendo la relazione Arte-Scienza nei termini neo-umanistici tracciati da Joseph Beuys, la Global Complexity Art estende il suo campo d'osservazione facendo propria i parametri della Visione Globale, a cominciare dal suo pilastro, la Sistemica, che "vede il mondo come un sistema di sistemi" che evolvono nel tempo con incrementi di complessità organizzativa. In base a questo approccio la globalità non viene recepito solo nella sua estensione spaziale ma anche nella dimensione del tempo in cui avvengono le dinamiche evolutive dei sistemi. Insieme alla nuova teoria del tempo di cui vedremo più oltre, i riferimenti coinvolti sono quelli della concezione evoluzionistica più avanzata, l'Evoluzione Allargata, la quale si sviluppa in base alle scoperte di leggi evolutive analoghe non solo nel mondo fisico e biologico della natura ma anche nella storia dei sitemi socio-culturali e semantici dell'umanità. Tanto è vero che ormai l'epistemologia scientifica vede nella rispettive storie evolutive l'unica vera identità dell'esistente, dai fenomeni fisici agli esseri viventi, compresa l'identità biologica, storica e culturale d'ogni uomo.

Anzitutto bisogna rendersi conto che anche le concezioni evoluzionistiche sono evolute e assai più complesse da quando Charles Darwin pubblicò le sue elementari osservazioni sulla "probabile" evoluzione delle specie, dedotte dalle tracce che il tempo lasciò nei sedimenti fossili. Tuttavia  anche allora le molte implicazioni si scontrarono con idee radicate e poteri conservativi, finche non produsse una delle più grandi trasformazioni culturali dell'epoca, con ripercussioni nei campi più svariati, tanto che creò una completamente nuova visione del mondo. Dopo il suo esordio storico, in tempi più recenti si aggiunse alla concezione evoluzionistica un altro avvenimento clamoroso, quello della dimostrazione inequivocabile che, oltre alla Terra, anche l'universo è animato da un'inerzia di continua evoluzione creativa. Fu in data del 24/04/1990 che la teoria evoluzionistica dell'astrofisico americano Edward Hubble, il "red-shift", trovò la sua dimostrazione di rilevanza storica, quando la Nasa mando in orbita il telescopio satellitare avente per nome quello di Hubble, dalla cui posizione ottimale si è potuto documentare l'evidenza che la mega-spirale intergalattica che forma l'universo è propriamente animata da una continua espansione centrifuga. Da ciò seguì la deduzione, anch'essa assai rilevante, ottenuta con l'ausilio immaginativo di invertire la visuale temporale verso il punto d'origine del cono prospettico che la spirale galattica forma nel tempo, per cui si  giunse a calcolare che circa 200 miliardi di anni fa in questo punto infinitesimale del passato ebbe luogo un esplosione primordiale, chiamata Big-Bang: dal quale tutt'ora tutto segue a scaturire. 
Sulla scia di questi ed altri sviluppi cognitivi si è formata la nuova visione di un "evoluzionismo generalizzato" che descrive il cosmo pervaso da una creatività universale e perpetua, che ha sostanzialmente comprovato l'idea di "Universo creativo" da tempo delineato dal grande filosofo della scienza Henri Bergson. Per la precisione, l'aggettivo "creativo" indica che i processi evolutivi producono scenari nuovi che, pertanto, non seguono criteri deterministici. In definitiva l'evoluzione è venuta ad essere considerata un processo propriamente creativo, inteso come principale attività dell'universo, che, per la libertà connaturata alla creatività, non è ne lineare ne deterministico, includendo la casualità di eventi imprevedibili in grado di modificare le traiettorie del divenire, che può implicare lo sconvolgimento del presente nella creazione del nuovo. 


 Verbo Spermatikos


La creatività evolutiva

E' ovvio che la nuova visione scientifica della evoluzione universale ha resa obsoleta l'antica immagine della "Creazione compiuta" caratterizzata da un cosmo immutabile nel tempo, ormai sostituita dall'evidenza che la "Creazione continua", tanto più che ogni giorno aumentano le prove che l'intero universo -e ogni sua parte- si evolvono creando il futuro in sincronia al progredire del tempo.'                
Considerando in quest'ottica il granello infinitesimale dell'universo chiamato Terra, è davanti agli occhi di tutti che l'evoluzione e la creatività sospingono anche la storia culturale dell'umanità intera. Tanto è vero che, nei termini teorici dell'Evoluzione Allargata, la creatività evoluzionistica dell'umanità è chiaramente una dinamica contigua a quella dell'universo intero. Tra parentesi si può dire che già nelle antiche civiltà fu avvertita una tale contiguità, come implica il noto detto "in basso come in alto", il cui significato si lega alla nozione mitica-religiosa che Mircea Elliade riassunse nella frase "l'arte umana imita l'arte divina", valido in tutto il Mondo Antico. Si tratta, tuttavia, dell'arte divina che creò il mondo nel passato, cioè la Creazione cosmogonica che nei riti di fondazione venne miticamente riattualizzata; analoga è il concetto di Creazione del Creatore della tradizione giudaici-cristiani, con l'idea -degna di nota- che la Creazione fosse un'opera d'estetica visuale, per cui nella Bibbia "Dio guardò l'opera e disse che è bella". E' l'arte cosmogonica del Demiurgo della filosofia greca, per cui Platone considerò "il mondo come un'opera d'arte"; di riflesso le opere dell'arte e d'architettura dell'antica Grecia, imitando la cosmogonia, furono modulate in sintonia alla "sezione aurea" degli universali rapporti cosmici, per creare un habitat umano come opera d'arte. Analoghe considerazioni vennero ripreso dagli artisti del umanesimo rinascimentale, sebbene con una mentalità scientifica più vicina a noi, come riportano gli scritti di Leonardo da Vinci indicando "la natura come maestra", da "imitare non nella forma ma nel modo di procedere".
Oggigiorno, invece, è la nozione dell'universo dominato da una creatività perpetua, che si proietta nelle spinte di rinnovamento culturale e sociale. Ciò accade tramite nuove vedute in campo scientifico come nelle percezioni più avvedute in campo artistico. Osserviamo, ad esempio, le geniali anticipazioni di Joseph Beuys, secondo il quale l'universale creatività naturale si trasmette nelle forme di creatività culturali avendo come pernio la creatività artistica. In effetti egli considerava l'arte visuale come archetipo naturale della creatività umana, e come tale il tramite per cui la creatività universale della natura si traduce nella creatività culturale della società umana. Simili  aspetti sono emersi da vari approcci della psicologia cognitiva, secondo i quali la base della creatività umana risiede nella capacita immaginativa, il "pensare per immagini" che è pari al linguaggio visivo della mente che si manifesta spontaneamente nel sogno; ciò che gli umanisti indicarono con Imaginatio. Come dato particolare è stato evidenziato che questa capacità di visualizzazione immaginativa è nella specie umana assolutamente superiore, in termini di immaginazione astratta, alla immaginazione sensoriale degli animali. Tant'è vero che l'immaginazione permette di dare immagine ai pensieri e di darne visibilità nel creare delle corrispondenti opere sia artistiche sia utilitarie, come permette di pre-vedere l'oggetto del desiderio e quindi a progettare il proprio futuro: tutte attività tipiche dell'uomo e della sua possibilità di evolvere con il tempo. In effetti, secondo vari autori, l'identità genetica della specie umana è radicata proprio nella capacità immaginativa a sua volta correlata alla sua peculiare creatività evolutiva. Considerando che l'immaginazione è nei parametri creativi dell'immagine visuale, Beuys giunse ad affermare che la vera  identità antropologica dell'umanità è propriamente quella di essere artista, da cui il suo famoso motto "ogni uomo è un'artista". Rapportato alla sua attività artistica, Beuys vide l'arte non solo come archetipo della creatività umana che si trasmette in tutti i campi, ma pure come strumento idonea a coinvolgere ogni altra attività umana nella trasformazione evolutiva della società umana, equivalente a porre il mondo in sintonia alle forze creative dell'universo che lo animano: ciò che egli condensò nel suo concetto di "opera d'arte ecologica globale", diretto all'evoluzione dell'habitat umano al livello di una  opera d'arte . 
Storicamente la caratteristica dell'arte visiva di essere archetipo creativo e strumento di coinvolgimento evolutivo di ogni attività umana è ampiamente dimostrata da almeno due momenti storici determinanti per il mondo intero. Uno è nel Primo Evo di cui tutti siamo gli eredi, in quanto vi apparse l'odierna specie umana dando luogo a ben 30 mila anni di cultura Paleolitica, la quale non sbalordì tanto per le modalità di caccia o per la produzione di utensili, ma piuttosto per la "esplosione" dell'arte visuale: disegno, pittura, scultura, in grotte istoriate giustamente chiamate "Cappelle sistine della preistoria"; motivo per cui il noto paleoantropologo Richard Leakey descrisse l'epoca come "Età dell'arte". Di questa "cultura madre" discende tutto il mondo; come delineò l'antropologo francese Claude Lévy Strauss, è sulla multimilennaria esperienza di creatività culturale del Paleolitico che si fondò, tramite la cosiddetta "rivoluzione neolitica", lo sviluppo delle culture antiche. Ma in seguito vi fu anche un'altro momento storico, cruciale per il mondo intero, quello dell'umanesimo rinascimentale, trainato dai "geni universali" che crearono le magnificenze delle arti visuali e delle architettura che trainarono la rifondazione dell'immaginario post-antico poi chiamato Cultura Moderna.


La finestra sul mondo 

La complessità
Più recentemente un altra e più profonda descrizione della creativa evolutiva è data dalla Scienza della Complessità. Tra l'altro, il concetto di complessità e il suo grado possono dare una valutazione oggettiva sul livello evolutivo di un qualsiasi sistema. In sintesi: più complessità significa maggiore livello evolutivo. Sebbene il concetto di "complessità" varia di significato a secondo del suo contesto, a titolo introduttivo si può dire che il livello di complessità è dato dal numero di componenti differenziati che compongono un sistema e/o dalla quantità e qualità delle loro relazioni reciproche. Significa, in definitiva, che maggiore è la relazionalità di un sistema maggiore è la sua complessità. Quindi la dinamica evolutiva si manifesta nell'incremento di complessità, corrispondente a dei salti organizzativi in grado di coordinare funzionalmente delle maggiori interazioni tra una crescente quantità di componenti differenti. Si va, dunque, dal semplice al complesso. L'esempio più calzante è il processo evolutivo della biosfera, che, a partire dal primordiale organismo unicellulare, lo zigote, venne ad evolvere le molteplici forme di vita diverse, con lo sviluppi funzionali alle diverse nicchie ecologiche,  accompagnato dall'evoluzione di sistemi neuronali sempre più complessi della coscienza, fino a giungere alla mente umana, potenzialmente capace a dominare il globo intero. Uguale è lo sviluppo storico della civiltà umana: a partire della comunità arcaica, composta da egualitari cacciatori-raccoglitori, da cui evolsero le gerarchie crescenti delle città-stato, di regni e imperi, con crescente numero di classi, funzioni e mestieri, attività specializzate differenti, la cui funzionalità nel insieme richiese sistemi organizzativi sempre più complessi, sino a giungere alla dimensione globale con i mezzi informatici di oggigiorno. In particolare sia detto che la conformazione neuronale del cervello umano è il sistema più complesso esistente, almeno potenzialmente, visto che se ne usa generalmente solo una piccolissima parte. Significa che la complessificazione sociale è certo uno stimolo funzionale allo sviluppo del potenziale mentale.

 Tuttavia il fatto saliente è che ci sono due forme di complessità complementari: "entropia" e "sintropia", funzioni rispettivamente del "tempo divoratore" e del "tempo creatore". L'entropia è la complessità confusionale di elementi in contrasto e progressivo esaurimento che degradano verso il caos, giungendo ad una biforcazione con due sbocchi opposti: o il collasso o l'evoluzione. Infatti la caotica dissolvenza delle strutture dischiude anche un potenziale creativo di nuove combinazioni, con cui può subentrare la complessità creativa della "sintropia", che si verifica tramite l'interazione tra le parti incompatibili e progressiva coordinazione verso l'evoluzione in sistemi più complessi, ossia "l'unione delle diversità". 
Questa fenomenologia di mutazione evolutiva, rispettivamente l'oscillare tra entropia e sintropia come manifestazione caratteristica del tempo creativo, non solo si riscontrano nei sistemi naturali della Terra e dell'universo, ma è una dinamica che ugualmente ha segnato la storia evolutiva delle culture umane e, con particolare ampiezza, proprio la storia del mondo moderno.





La globalità

Con la "globalizzazione" industriale ed informatica, che connette in rapporti instabili sistemi sociali ed etnie differenti, a pari passo con emergenze umane ed ambientali, la "sfida della complessità" coinvolge con crescente evidenza la dimensione planetaria. Per evitare una crisi globale l'unica soluzione è l'evoluzione. Poiché   in questo maltrattato panorama mondiale i fenomeni funesti  dell'entropia avanzano visibilmente in ogni campo e latitudine. Basta osservare  l'acuirsi di squilibri immensi tra le diverse condizioni socio economiche e culturali che dividono la popolazione mondiale, per giunta in rapida crescita, mentre aumenta la fame di energie e diminuiscono le risorse naturali, insieme a sconquassi climatici ed crisi economiche che segnano l'epoca. In particolare diventa sempre più ovvio che per il futuro i modelli di vita e di produzione, quelli che sono stati gli emblemi orgogliosi del mondo moderno, non potranno  più a lungo essere conservati e tanto meno esportati e generalizzati verso i territori in rapido sviluppo. Avanza, quindi, la necessità ineluttabile di un drastico mutamento di rotta, con lo sforzo collettivo verso modelli di evoluzione in complessità.
E' nell'ambito di queste circostanze che interagisce l'Arte della Complessità Globale, portandosi sul piano della emancipazione culturale e delle correlazioni tra culture e saperi diversi. Le sue opere artistiche si rivolgono ugualmente alle forme di mentalità e abitudini culturali, di sensazioni ed emozioni acquisiti, tutto un insieme di luoghi comuni che costellano l'anima di persone e di popoli,  per cui è giunto il tempo di liberarsi dai circuiti chiusi, spesso miopi  ed egocentrici, per essere coinvolti ad emanciparsi verso una coscienza planetaria, una identità globale, con "Madre Terra come Patria Comune", per citare Edgar Morin.   E' in questa prospettiva che la Global Complexity Art crea, raccoglie ed elabora i componenti per una "visione globale" con il necessario spessore antropologico e temporale, in cui va correlando l'immaginario collettivo verso una futura coesione dell'umanità. Il modello di previsione è nella forma di una "società planetaria" da tempo ipotizzata dal  "Club di Roma", noto per aver redatto il primo allarme per "i limiti dello sviluppo" del mondo moderno. Se poi teniamo conto anche delle ripercussioni socioculturali dovuti all'impatto di una nuova scienza imperniata sulla Creatività Universale -diciamo elevata a indice di sviluppo generale- la previsione di una "società planetaria" potrebbe pure coincidere con la rinascimentale Utopia dell'Umanesimo Globale.



Performance:  "Viaggio shamanico nel tempo"

Il tempo

In effetti la dinamica della Creazione Evolutiva appare come espressione determinante del tempo, secondo la rivoluzionaria teoria termodinamica del "tempo creativo", scoperto e propugnato dal Nobel per la fisica Ilya Prigogine come "paradosso del tempo" da correlare alla tradizionale idea del "tempo divoratore". Data la sua sincronicità alle dinamiche evolutive, il tempo creativo procede in forma cumulativa "irreversibile", seguendo lo stesso verso della cosiddetta "freccia del tempo". Questa nuova concezione segna una totale rivalutazione della dimensione temporale; poiché il tempo che venne definito da Einstein come "quarta dimensione" dello spazio-tempo, ora è stato elevato a "prima dimensione" dell'universo detto "post-einsteiniano". E' la cosmologia complessa della Creatività Universale, non più dominato dalla "meccanica" -che si ribalta specularmente nella Civiltà della Macchina- ma animata dai parametri della "termodinamica", col sole come emblema, che da sempre alimenta la dimensione della Vita sul pianeta Terra, tanto della natura quanto dell'umanità. Si aggiunge che, in base alla nuova cosmologia creativa, la concezione del tempo non si limita più a misurare moti meccanici nello spazio, ma si riferisce pure a crescite, evoluzioni, creazioni, oltreché informazioni e identità scritti dalla storia evolutiva e registrati come DNA del divenire. 
Deriva da queste premesse, come descrive Prigogine nel suo saggio "La nuova alleanza", che in questo sviluppo si colloca l'approccio idoneo a rimarginare il contrasto crescente tra il mondo naturale e il mondo artificiale, ciò che è dovuto alla traduzione tecnologica della scienza nel moderno sviluppo industriale: il ribaltamento di questo contrasto è la "nuova alleanza" tra cultura e natura che si propone con il nuovo orientamento della scienza. In effetti, il prospettato incontro cultura-natura ha come chiave d'interazione la "creatività" evidenziatosi come il nucleo del Creato, e quindi motore evolutivo sia dell'universo naturale sia delle culture umane, affrontati rispettivamente dalle discipline scientifiche e umanistiche, che nel nuovo concetto di "creatività" possono trovare un denominatore comune. Di conseguenza si impone una nuova alleanza anche tra scienza e creatività artistica, per affrontare con mezzi creativi il "mistero della Creazione". Come sostiene  Prigogine, lo sviluppo dell'interazione tra cultura scientifica e cultura umanistica (di cui fanno parte le arti), potrà rinnovare quella feconda unione di arte-scienza con cui l'umanesimo rinascimentale creò le fondamenta della moderna cultura europea; sebbene fu interrotta nel successivo sviluppo unilaterale della scienza, oggi è nuovamente reclamata. Ad esempio, un punto di contatto determinante tra creatività artistica e scientifica si verifica nella creazione di modelli scientifici del reale: in quanto visualizzazione dell'invisibile, i filosofi della scienza indicano nella capacità distinta della mente umana di "immaginare e farsi immagine del mondo", la facoltà d'eccellenza richiesta da entrambi i settori disciplinari, però da sempre è specificamente coltivata dal genio artistico.












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